La neve era sporca by bruno

La neve era sporca by bruno

autore:bruno [Bruno]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2010-10-22T21:01:33.751000+00:00


Capitolo quarto

É il diciottesimo giorno. Frank tiene duro. E continuerà a tener duro. Ha scoperto che è tutta questione di tener duro, e a questa condizione la spunterà. Ma si tratta proprio di spuntarla? É questo un altro problema che risolverà a suo tempo. Ha riflettuto molto, forse troppo. Anche riflettere è pericoloso. Bisogna costringersi a una severa disciplina. Quando pensa che la spunterà, significa semplicemente che ne uscirà. E il termine uscirne non si limita soltanto al luogo in cui si trova.

É sorprendente come, fuori, si usino espressioni senza preoccuparsi del loro vero significato. Frank non possiede certo una vasta cultura, ma ce ne sono tanti come lui, sono anzi la maggioranza, ed egli ora si rende conto di essersi sempre accontentato di parole approssimative.

La questione del significato delle parole gli ha preso due giorni. Basteranno, o ne occorreranno altri?

Comunque, siamo al diciottesimo giorno, e questo costituisce una certezza assoluta. Frank vigila a che tale certezza sia veramente assoluta. Ha scelto una porzione di muro quasi vergine ed ogni mattina vi traccia una linea con l'unghia del pollice. É più difficile di quel che si creda. Non il fatto di tracciare la linea, per quanto l'unghia sia ormai tutta consumata, ma il fatto di averne tracciata solo una, il fatto di essere sicuri di averla tracciata. La parete è intonacata, il che facilita l'operazione; ma non è stato facile trovare uno spazio libero, per via di tutti coloro che l'hanno preceduto.

E nemmeno si deve e anche questa è una delle sue scoperte diventare troppo scrupolosi, chiedersi questo o quell'altro, giacché qui si ha la tendenza a dubitare e Frank ha capito che chi si mette a dubitare è perduto.

Verrà da solo a capo del problema, a condizione di imporsi una disciplina e di non abbandonarsi al sogno. Su certe questioni si diventa molto precisi. Per esempio, l'ultima mattina che ha trascorso fuori non sapeva che giorno fosse. Cioè, lo sapeva senza saperlo. Non ne era sicuro. Così che, mentre può garantire sui diciotto giorni che ha passato qui, non oserebbe giurare sulla data esatta del suo arrivo. Ecco come si vive. Con ogni probabilità è il 7 gennaio. O forse l'8?

Per ciò che è successo prima, Frank manca di punti di riferimento inoppugnabili; per adesso, può rispondere dei suoi segni sul muro. Se resiste, se non si lascia andare, se si concentra quanto basta senza tuttavia concentrarsi troppo , non dovrà capire a lungo e sarà tutto finito. Questo gli ricorda un sogno che ha fatto parecchie volte. Ne ha fatti tanti, ma il più evidente è quello del volo. Frank si solleva nello spazio. Non all'aperto, in un giardino o per la strada, ma sempre in una stanza, sempre in presenza di testimoni che non sanno volare. E dice loro, per esempio: «Guardate com'è facile!» Appoggia le due mani aperte sul vuoto e spinge.

Il distacco da terra è lento, penoso, e lui deve metterci una grossa dose di volontà; ma una volta in aria gli basta compiere piccoli movimenti, ora con le mani, ora con i piedi.



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